7 Pregi da conoscere del Tarassaco

Il Tarassaco, dente di leone o soffione (quando giunge all’infruttescenza) sono tutti nomi che si riferiscono alla medesima pianta.

È una delle piante più benefiche, della quale si possono utilizzare tutte le parti.
Contiene: oli essenziali, tannino, glucidi, sali minerali, beta-carotene o provitamina A, vitamine B e C:

Parti principali utilizzate: radici, foglie (in primavera), succo (generalmente durante l’autunno) e anche il fiore (per diversi infusi e tisane).
Le radici, normalmente, vanno tagliate per il lungo o a dischi, essiccate all’aria o in forno prima dell’uso.

1. Antiscorbutico:

Lo scorbuto è una malattia, oramai rarissima, dovuta a carenza di vitamina C per via di diete disordinate o inappropriate. Provoca emorragie gengivali e sottocutanee, apatia, irritabilità, perdita di peso, dolori muscolari e articolari.

Grazie all’abbondante presenza di vitamina C, il tarassaco è ottimo per combattere queste carenze vitaminiche e ad innalzare le difese immunitarie.

2. Depurativo:

Nel tarassaco è presente l’inulina, un polimero glucidico, che non essendo digeribile dall’uomo, in ambito alimentare rappresenta una fibra solubile.
Questa aiuta tutto l’apparato gastrointestinale, aumenta l’assorbimento di Calcio e Magnesio ed è in grado di depurare l’intestino ed aiutare la flora batterica a ristabilirsi, aiutando l’apparato a lavorare più velocemente e quindi a prevenire o alleviare la stitichezza.

3. Lassativo:

Per il motivo specificato prima, il tarassaco ha proprietà favorevoli per la flora intestinale. Consigliato in questo caso il suo consumo in una insalata, o di una vera e propria insalata di tarassaco.

4. Diuretico:

Per via del suo alto contenuto di acqua e fibra alimentare aiuta anche a eliminare i liquidi in eccesso e di conseguenza a depurare, ancora, l’organismo.
Per questo è consigliato il succo di tarassaco, oppure 3 tazze al giorno di decotto di tarassaco:

60 g di radici bollite in 1 litro d’acqua per 10 minuti e lasciate in infusione per 2 ore.

5. Aperitivo:

È sempre la fibra ad aiutare il nostro corpo, non essendo digeribile questa rimane più a lungo nello stomaco e quindi in un certo senso lo “prepara” ai pasti e ci permette di digerire meglio. Ottimo come antipasto quindi!

6. Tonico:

Le radici e le foglie hanno proprietà tonificanti oltre che diuretiche, infatti si consiglia un decotto di tarassaco anche per combattere l’arteriosclerosi (il consiglio medico rimane comunque da prendere in considerazione) e tonificare la pelle, ma la ricetta cambia leggermente:

Arteriosclerosi: 60 g di foglie essiccate e di radici spezzate bollite in 1 litro d’acqua per 3 minuti e lasciate in infusione per 10 minuti; 3 – 4 tazze al giorno.

Tonificare la pelle: 60 g di radici bollite in 1 litro d’acqua per 30 minuti e lasciate in infusione per 2 ore.

7. Fegato:

Le piante benefiche per il fegato sono numerose, tra queste è presente anche il tarassaco, sia che si mangi crudo che cotto o in altri modi.
Ad esempio, sottolio o sotto forma di pesto.

Curiosità & Cultura

Il tarassaco lo si trova tutto l’anno, fresco, con i fiori chiusi durante la notte, che si aprono subito, non appena scorgono la calda luce dell’alba; le api sono ghiotte del suo nettare e una volta che si sviluppa l’infruttescenza i bambini, e non solo, adorano soffiare per creare una nuvola di tanti piccoli “fiori” che si innalzano nell’aria; le sue foglie sono un ottimo alimento per l’uomo.

In natura esistono diverse specie di dente di leone, ma tra tutte le erbe di un prato questa pianta rimane del tutto inconfondibile tra le altre.

Non è una pianta come le altre, poiché, pur essendo spontanea, perenne e molto diffusa in tutta Europa nessuno l’ha riportata come pianta medicinale o edibile o utilizzata come fonte di cibo.

soffione in un prato

Nella Storia

Nell’antichità questa pianta non risulta “conosciuta”, bisogna aspettare il 15° secolo per trovare testimonianze culinarie e medicinali scritte.

Fu Hieronymus Bock, uno dei fondatori della botanica tedesca, il primo a classificare il dente di leone come diuretico.

Mentre nel 16° secolo un altro farmacista, medico e botanico tedesco, Jacob Theodor Tabernaemontanus, stabilì che questa pianta avesse virtù vulnerarie (il cui succo facilita la cicatrizzazione delle ferite, delle piaghe, ecc.) ineguagliabili.

Pur essendo state esplicitate, tali proprietà rimasero ufficiose per vari secoli, poiché la medicina ufficiale non accettò ne verificò nessuna di queste legate e attribuite al tarassaco. Tuttavia quest’ultimo continua a guarire molti malati durante i secoli e solo all’inizio del 20° viene improvvisamente riabilitato, tant’è che il riconoscimento dei suoi principi attivi diviene universale e si inizia a parlare di tarassacoterapia, riferendosi ad ogni terapia che faccia ricorso al tarassaco.

Anche in seguito mantenne la sua reputazione, perché considerato uno dei rimedi più semplici e popolari per vari disturbi.